Brindisi al piombo. Follia e avvelenamento da piombo dall’Antica Roma ai giorni nostri

I più famosi sono sicuramente Caligola – che avrebbe addirittura provato a nominare il proprio cavallo senatore, e Nerone – accusato di varie nefandezze, tra cui aver ucciso la madre e la moglie, nonché essere il responsabile del grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C. Sono gli imperatori romani folli, descritti come tali dagli storici antichi per comportamenti anomali e fuori dal comune, ed entrati nel nostro immaginario come “pazzi” grazie a racconti, romanzi e film. Tra questi Commodo – impersonato da Joaquin Phoenix nel pluripremiato colossal Il Gladiatore – ma anche Domiziano, Claudio e Tiberio, per citarne altri.

Nell’Antica Roma il piombo era un materiale molto usato per la fabbricazione di tubature e utensili, tra cui anche pentoloni e otri per contenere il vino. Era inoltre pratica comune addolcire il vino con il diacetato di piombo. Attraverso il vino le persone erano quindi esposte all’accumulo di piombo nell’organismo, che può causare un avvelenamento cronico chiamato “saturnismo”.

L’attendibilità della pazzia di questi imperatori è in realtà messa in dubbio dagli storici contemporanei. Per molti infatti le “follie dell’imperatore” riportate dalle fonti dell’epoca non sarebbero descrizioni accurate e oggettive di episodi realmente accaduti nella vita di questi personaggi.

Si tratterebbe più probabilmente di un topos, uno schema narrativo e retorico, utilizzato originariamente da alcuni autori della storiografia romana per delegittimare la memoria di imperatori che simboleggiavano idee a cui erano avversi o rivali politici a loro contemporanei.

Tuttavia per alcuni di questi imperatori sono state anche effettuate diagnosi retrospettive secondo le quali potrebbero essere stati affetti da veri e propri disturbi psicologici.

Saturnismo e “follia” da piombo

Secondo alcuni esperti inoltre certe “stranezze comportamentali” non erano una particolarità dei soli imperatori: erano diffuse anche fra il ceto ricco della popolazione romana, e potrebbero essere state causate dal saturnismo, una patologia cronica dovuta all’esposizione al piombo.

A quei tempi infatti il piombo era un materiale molto usato perché è un metallo diffuso, facile da fondere e da lavorare. Veniva impiegato per la fabbricazione di tubature e utensili vari, tra cui anche pentoloni e otri per contenere il vino.

Era inoltre pratica comune trattare e addolcire il vino con il diacetato di piombo, un sale che era il principale componente dello “zucchero di saturno”: un dolcificante molto usato all’epoca, che veniva prodotto facendo bollire e concentrare il mosto in pentoloni di piombo.

Inquinamento ed esposizione al piombo

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Se inalato, ingerito o toccato, il piombo può causare effetti tossici al cervello, al fegato ai reni e alle ossa. La presenza di piombo nell’ambiente a concentrazioni elevate deriva soprattutto dall’inquinamento generato dall’uomo. Per questo in Europa e nel Nord America a partire dagli anni ’70 sono entrate in vigore delle normative allo scopo di ridurre l’inquinamento derivante da questo metallo.

Il piombo è un elemento chimico e un componente naturale della crosta terrestre, è diffuso ovunque nell’ambiente ed è il più comune fra i metalli pesanti. Tuttavia la sua presenza a concentrazioni elevate deriva soprattutto dall’inquinamento generato da processi industriali e produttivi dell’uomo, come l’estrazione mineraria, la lavorazione dei metalli e la produzione di batterie.

In passato è stato molto utilizzato anche nelle leghe e nelle saldature di oggetti comuni, come antidetonante nella benzina di macchine e aerei, e come componente di vernici e smalti.

In Europa e nel Nord America a partire dagli anni ’70 sono entrate in vigore delle normative allo scopo di ridurre l’inquinamento derivante da questo metallo. Oggi infatti il suo utilizzo è proibito nella benzina, nelle vernici, nelle lattine e nelle tubature. Ciò ha reso possibile una notevole riduzione dell’esposizione umana a questo rischio.

Il piombo però può ancora essere trovato in prodotti extraeuropei di bigiotteria, giocattoli o ceramiche, oppure ancora nelle cartucce dei fucili da caccia e nell’attrezzatura da pesca.

L’esposizione dell’uomo può essere di due tipi: l’esposizione professionale dei lavoratori che estraggono o manipolano in qualche modo il metallo nelle lavorazioni in cui è ancora consentito; oppure l’esposizione ambientale dovuta principalmente all’inquinamento, che grazie ai divieti di utilizzo si è sensibilmente ridotto.

Le vie con cui possiamo venire in contatto con il piombo sono varie: l’inalazione del metallo disperso nell’ambiente, oppure del fumo di tabacco (in seguito all’assorbimento da parte delle piante di tabacco dal terreno o dal depositarsi del particolato dell’aria sulle foglie); il contatto e l’utilizzo di oggetti o prodotti contenenti piombo; l’ingestione di acqua o alimenti contaminati.

L’avvelenamento da piombo

Dopo l’assorbimento da parte dell’organismo il piombo viene trasportato dal sangue in varie parti del corpo fra cui il cervello, il fegato, i reni e le ossa; in questi organi si può accumulare e permanere per lunghi periodi di tempo. Dagli studi effettuati fino ad oggi non risulta che questo elemento chimico abbia funzioni fisiologiche, e a determinate concentrazioni risulta tossico.

Coltivazione di cereali e verdure

Gli alimenti a maggior rischio di inquinamento da piombo sono i cereali, le verdure e l’acqua del rubinetto. Secondo l’EFSA i livelli di esposizione al piombo connessi all’alimentazione costituiscono un rischio trascurabile per la salute dei cittadini europei adulti, mentre permangono motivi di preoccupazione in merito a possibili effetti sullo sviluppo neurologico dei bambini.

La tossicità può manifestarsi in due modi:

  • L’avvelenamento acuto, in cui l’accumulo di piombo nell’organismo e la manifestazione degli effetti tossici avvengono in tempi rapidi. È un evento raro, in cui prevalgono disturbi del sistema nervoso e disturbi dell’apparato gastroenterico;
  • L’avvelenamento cronico, in cui l’accumulo di piombo nell’organismo e la manifestazione degli effetti tossici avvengono invece in un arco di tempo lungo e progressivo; viene chiamato anche “saturnismo”, e si caratterizza con disturbi all’apparato scheletrico, anemia, stipsi, meteorismo, dolori addominali, insufficienza renale, ipertensione arteriosa e ritardo mentale nei bambini. Nei soggetti esposti a bassi livelli di piombo per periodi prolungati (come forse nel caso degli antichi romani) l’avvelenamento può essere collegato anche a schizofrenia, tremore, aumento dell’aggressività e della violenza, malattie neurodegenerative e cancro.

Il piombo negli alimenti

Nel 2010 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato un parere scientifico in merito ai possibili rischi per la salute legati alla presenza di piombo negli alimenti.

Nel parere gli esperti sono giunti alla conclusione che i livelli di esposizione al piombo connessi all’alimentazione costituiscono un rischio basso o trascurabile per la salute dei cittadini europei adulti. Purtroppo permangono invece motivi di preoccupazione in merito a possibili effetti sullo sviluppo neurologico dei bambini.

Gli esperti ritengono che gli alimenti a maggior rischio di inquinamento da piombo sono i cereali, le verdure e l’acqua del rubinetto. Nel complesso gli alimenti di origine animale sono meno contaminati da piombo rispetto ai vegetali, da cui tuttavia il metallo può essere rimosso con il lavaggio. Fra gli organismi acquatici, molluschi e crostacei sono in genere più contaminati delle specie ittiche.

microscopio analisi alimenti

Per evitare di consumare eccessivamente alimenti contaminati da piombo, così come per ridurre ogni rischio alimentare di origine chimica, è importante variare spesso la propria dieta e acquistare gli alimenti attraverso canali di vendita convenzionali, sottoposti al controllo ufficiale dell’autorità pubblica, evitando venditori improvvisati.

In generale negli alimenti il piombo è presente esclusivamente come sali e ossidi per lo più insolubili o poco solubili in acqua, e quindi poco assorbibili. Dal punto di vista del regime alimentare, sono considerate diete che favoriscono una possibile esposizione al piombo: le diete acide, le diete ricche di carboidrati ma povere di proteine, quelle con alto contenuto di vitamina D e fosfolipidi, quelle carenti in calcio o ferro.

Come evitare il consumo di alimenti contaminati?

Con il Regolamento CE 1881/2006 l’Unione Europea ha stabilito i tenori massimi di piombo che possono essere presenti negli alimenti senza che questi provochino un danno a breve o lungo termine per la salute dei consumatori.

Rigidi controlli vengono svolti sistematicamente dai produttori e dalle autorità competenti per garantire ai consumatori il rispetto di tali limiti, sia all’arrivo dei prodotti alla frontiera che durante le fasi precedenti la commercializzazione.

In generale, come per gli altri rischi alimentari di origine chimica, è utile:

  • variare spesso la propria dieta;
  • acquistare gli alimenti attraverso canali di vendita convenzionali, sottoposti al controllo ufficiale dell’autorità pubblica, evitando venditori improvvisati
  • mantenersi informati e aggiornati su eventuali allerte alimentari, consultando fonti autorevoli e istituzionali.

Riferimenti

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