Il Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (Rapid Alert System for Food and Feed, da cui l’acronimo RASFF) è un network tra le autorità sanitarie dei paesi membri dell’Unione Europea, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e la Commissione Europea.
Questo network permette ai diversi stati membri dell’Unione Europea di condividere rapidamente le informazioni sulla circolazione di alimenti rischiosi nel mercato europeo, grazie a procedure condivise e armonizzate per scambiarsi segnalazioni su episodi o situazioni che possono costituire un pericolo per i consumatori e quindi far scattare delle allerte.
Grazie al RASFF gli Stati membri e le istituzioni europee possono quindi essere costantemente informati sulla presenza di rischi alimentari sul territorio, e prendere provvedimenti in situazioni di emergenza per evitare che questi vengano consumati dai cittadini.
Le segnalazioni condivise attraverso il RASFF vengono inoltre rese pubbliche e consultabili attraverso un sito web dedicato, il RASFF portal.
Ma come può scattare un’allerta alimentare?
Le allerte alimentari possono partire:
- da controlli ufficiali, ovvero dai controlli effettuati dalle autorità sanitarie nelle azienda produttrici di alimenti e in quelle che li commercializzano (negozi, punti vendita, mercati, grande distribuzione);
- da attività di autocontrollo, ovvero dai controlli sugli alimenti svolti dalle stesse aziende produttrici;
- da segnalazioni dei consumatori, che dopo aver riscontrato anomalie nei prodotti avvertono le autorità competenti;
- da casi clinici, ovvero in seguito a episodi di infezioni o intossicazione ricondotti a origine alimentare.
In tutti questi casi vengono effettuate delle analisi di laboratorio sugli alimenti per verificare la presenza e la quantità di sostanze e microrganismi che sono nocivi per la salute.
In caso di positività, i produttori e le autorità sanitarie del Paese possono prendere provvedimenti per evitare che i prodotti rischiosi vengano venduti e consumati, e segnalare attraverso il RASFF la situazione di rischio agli altri Paesi europei interessati in modo che possano fare altrettanto.
Le segnalazioni al RASFF
Attraverso le segnalazioni al RASFF i Paesi si scambiano informazioni sulle situazioni di allerta, come ad esempio gli alimenti coinvolti, le sostanza o microrganismi patogeni che costituiscono il rischio, l’origine dell’allerta, i risultati di eventuali accertamenti di laboratorio, i provvedimenti presi dall’azienda produttrice o dall’autorità sanitaria del Paese che effettua la segnalazione.
Vengono inoltre comunicati anche altre informazioni utili per le autorità sanitarie dei Paesi comunitari, come:
- i respingimenti di prodotti alimentari ai confine a seguito di controlli frontalieri (border rejection);
- informazioni di interesse su situazioni a cui fare attenzione, ma che non richiedono interventi immediati (information for attention);
- informazioni circa l’evoluzione di allerte o segnalazioni effettuate in precedenza (information for follow up).
Secondo l’ultimo report del Ministero della salute, nel 2017 le segnalazioni al RASFF sono state in tutto 3.759, e hanno avuto origine:
- per il 46,3% da controlli effettuati nei punti di ispezione frontaliera;
- per il 30,1% da controlli ufficiali delle autorità sanitarie dei Paesi membri;
- per il 14,7% da autocontrollo aziendale;
- per il 3,9% dal monitoraggio dei media;
- per il 3,6% da segnalazioni dei consumatori;
- per l’1,4% da episodi di intossicazioni alimentari.
Ritiri e richiami dei prodotti alimentari
In Italia, quando una positività viene accertata dalle analisi di laboratorio, le aziende produttrici possono intervenire in due modi:
- con un ritiro, ovvero interrompendo la commercializzazione dei lotti che contengono i prodotti pericolosi lungo la filiera distributiva, se questi ultimi non sono ancora stati posti sugli scaffali e venduti al consumatore;
- con un richiamo, se i prodotti pericolosi hanno già raggiunto gli scaffali dei punti vendita e sono stati venduti; in questo caso si comunicano le informazioni per identificare eventuali prodotti già acquistati da non consumare con cartelli esposti nei punti vendita e avvisi pubblicati sui siti web delle aziende produttrici e della grande distribuzione.
L’intervento viene disposto dalle Aziende sanitarie locali, alle quali – in caso di richiamo – i produttori forniscono anche l’elenco dei punti vendita in cui il lotto contenente prodotti pericolosi è stato distribuito.
Le ASL trasmettono tutte le informazioni sull’allerta e gli interventi disposti al Ministero della Salute, che pubblica i richiami sul suo sito web, e a sua volta informa tutte le ASL regionali in cui il lotto è stato distribuito: in questo modo le autorità locali possono effettuare dei controlli per accertare che i richiami siano stati effettuati.
Se i prodotti sono stati commercializzati al di fuori dei confini nazionali, il Ministero notifica infine l’allerta anche al RASFF, in modo che tutti i Paesi europei coinvolti dalla commercializzazione dei prodotti pericolosi possano toglierli dal mercato e adottare le necessarie misure per la tutela della salute pubblica.
Riferimenti
- RASFF – the Rapid Alert System for Food and Feed
- RASFF Portal
- Ministero della Salute. Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori
- Regolamento (CE) 178/2002. Regolamento che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare
- Nota del Ministero della Salute n. 47556/2016. Procedure per il richiamo di prodotti non conformi e avvio del sistema di pubblicazione dei dati inerenti i prodotti richiamati
- Ministero della Salute. Relazione annuale 2017 sul Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF).
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